L’eco color doppler nella diagnosi della trombosi ha un ruolo di fondamentale importanza riuscendo a dimostrare il mancato passaggio di sangue attraverso una vena, con ulteriori informazioni importanti che vengono messe a disposizione dal color e dal doppler, soprattutto per ciò che riguarda la valutazione del flusso. La trombosi venosa profonda delle gambe non è solo causa di morbilità, ma può portare ancora alla morte.
L’eco color doppler è uno degli esami strumentali a cui si può fare riferimento per confermare il sospetto clinico. Circa 7 pazienti su 10 tra coloro che presentano un sospetto clinico di trombosi risultano poi negativi alle altre indagini strumentali, ed è in tali circostanze che l’eco color doppler rappresenta il test di riferimento.
Le strategie diagnostiche
Sono due le strategie diagnostiche su cui ci si può basare: una è quella della compressione venosa, che a sua volta si articola nella compressione venosa semplice, che riguarda unicamente le vene prossimali, e nella compressione venosa completa, che riguarda le vene prossimali e distali; l’altra consiste nello studio completo di eco color doppler, che permette di ottenere uno studio funzionale e morfologico delle vene degli arti inferiori, delle vene iliache e della vena cava inferiore.
La trombosi venosa superficiale
L’eco color doppler, in ogni caso, può essere utilizzato anche per la diagnosi della trombosi venosa superficiale degli arti inferiori. Per giungere a una diagnosi di trombosi venosa superficiale la clinica è molto importante, ma non del tutto attendibile per capire se il disturbo è associato a una trombosi venosa profonda.
Inoltre la clinica quasi sempre non permette di verificare l’estensione prossimale del trombo, che nella maggior parte dei casi arriva al di là dei segni clinici della trombosi venosa superficiale. Questa consiste in una patologia infiammatoria e trombotica che coinvolge le vene safene o i loro rami. Occorre distinguere la localizzazione prossimale al di sopra del ginocchio o sotto il ginocchio dalla trombosi su vene varicose o non varicose, sia dal punto di vista della prognosi che per le implicazioni terapeutiche.
A che cosa serve l’eco color doppler
Proprio perché dalla clinica non sempre giungono certezze, c’è bisogno di test di conferma: lo strumento diagnostico da privilegiare per lo studio della trombosi venosa superficiale e per l’analisi della sua estensione è proprio l’eco color doppler.
Gli ultrasuoni rappresentano una modalità di indagine non invasiva, e proprio per questo motivo possono essere impiegati in maniera ripetuta, così che sia possibile verificare la progressione della malattia o la sua risoluzione.
L’eco color doppler venoso consente di valutare, dunque, sia la circolazione venosa superficiale che quella profonda. In questo secondo caso, si indaga la funzionalità della circolazione venosa profonda per confermare o escludere l’esistenza di trombi. Con la valutazione della circolazione venosa superficiale, invece, è possibile anche monitorare le flebiti, che sono trombosi venose superficiali, e le varici, più note come vene varicose.
Come si svolge l’esame
L’eco color doppler è un esame diagnostico non invasivo e non doloroso per mezzo del quale si ha l’opportunità di valutare la circolazione venosa nella zona addominale e negli arti inferiori. Non è altro che un’ecografia, potenziata dal doppler per i valori acustici e dal color per i valori visivi: così è possibile esaminare non solo i vasi sanguigni, ma anche il flusso ematico da cui essi sono attraversati.
La preparazione
Non è richiesta alcuna preparazione specifica all’esame. Lo strumento mette a disposizione immagini dei flussi venosi a colori, in rosso e in blu, oltre a permettere di verificare l’esistenza e l’entità di eventuali lesioni a danno delle pareti dei vasi.
La trombosi è solo una delle tante patologie che possono essere analizzate tramite l’eco color doppler; tra le altre vale la pena di menzionare le insufficienze venose, gli aneurismi, le stenosi venose e le stenosi arteriose. Vi si può ricorrere anche per rintracciare le lesioni aterosclerotiche, vale a dire quelle placche che sono in grado di causare la formazione di trombi venosi nel sangue.
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