Cos’è la tomosintesi 3D, come funziona e in quali esami viene applicata
Le indagini di imaging radiologico rappresentano una frontiera sempre in evoluzione, che fornisce ai medici strumenti precisi per elaborare una diagnosi o fare screening preventivi.
In tal senso, la mammografia rappresenta l’esempio perfetto di come effettuare controlli frequenti possa ridurre la mortalità da cancro alla mammella.
Questo esame del seno permette infatti di diagnosticare precocemente un tumore alla mammella in fase “pre-clinica”, consentendo al chirurgo di intervenire in tempo utile prima che la lesione possa sfuggire di mano. Grazie all’evoluzione delle moderne tecnologie e ad una qualità migliore delle immagini è oggi possibile effettuare ricerche ancora più accurate e precise.
Vediamo, quindi, cos’è la tomografia 3D, come funziona e perché è fondamentale nella prevenzione del cancro alla mammella.
Prevenzione del cancro alla mammella: quali esami effettuare
Prima di vedere più da vicino in cosa consiste una mammografia con tomosintesi 3D e come funziona, è necessario fare alcune brevi premesse sulla patologia che questa tecnica diagnostica è in grado di rilevare, ovvero il tumore al seno.
Il cancro alla mammella rappresenta il tipo di neoplasia più diffusa nel genere femminile, con una incidenza che cresce dopo i 40 anni di età. Ne esistono diverse tipologie in grado di svilupparsi in più punti della mammella ma, se dovessimo ridurre tutto in due macro-gruppi, allora potremmo identificare da una parte i tumori nodulari e dall’altra quelli intraduttali.
- Per quanto riguarda la forma nodulare, questa è la più comune, si sviluppa mediante la formazione di una massa (riconoscibile dai 4-5 mm di diametro in su di solito) nel contesto del tessuto ghiandolare delle mammelle ed a volte è riconoscibile anche attraverso la palpazione dell’organo.
- La forma intra-duttale, invece, si sviluppa all’interno dei dotti, i canali che collegano il capezzolo a tutte le strutture ghiandolari della mammella, ed è difficilmente riscontrabile alla palpazione.
Ovviamente, non sempre la presenza di un nodulo si traduce automaticamente con una diagnosi di cancro, per questo è necessario e consigliabile approfondire attraverso esami radiologici che siano in grado di fornire immagini ad alta risoluzione di tutte le strutture che compongono il seno, come la mammografia.
Mammografia con tomosintesi 3D: come funziona e che tipo di immagini fornisce
La mammella femminile è costituita da tre tipi di tessuto diversi: quello ghiandolare, quello fibroso e quello adiposo. A questi, si associano anche strutture muscolari e linfonodi.
È importante sapere che il cancro al seno può colpire uno qualsiasi di questi tessuti o strutture, motivo per cui è necessario, anche a scopo preventivo, effettuare un’indagine che sia in grado di studiare a fondo la composizione di tutte le parti anatomiche coinvolte.
La mammografia è una tecnica che utilizza le radiazioni ionizzanti a basso dosaggio per fornire ai medici radiologi immagini delle strutture morfologiche del seno, ed è in grado di rilevare tantissimi reperti, come la presenza di:
- Lesioni mammarie
- Micro-calcificazioni
- Presenza di noduli
- Forme tumorali
Si tratta di un test di screening o di diagnosi molto efficace, effettuato tramite lo strumento chiamato mammografo che, come detto, è in grado di proiettare raggi X a bassa concentrazione per creare immagini ad alta risoluzione.
Ma cosa vuol dire mammografia con tomosintesi? Il significato di questo metodo sta nell’evoluzione tecnologica che permette di acquisire immagini molto più dettagliate e in formato 3D. La principale differenza tra mammografia classica e tomosintesi, infatti, sta nel movimento del tubo di emissione delle radiazioni, che oscilla di qualche grado, attraversando la mammella in punti diversi e permettendo così di ottenere immagini altamente precise.
Ciò comporta, oltre a una qualità migliore delle immagini, anche l’eliminazione di artefatti radiologici e mascheramenti dovuti alla sovrapposizione di tessuto ghiandolare, poiché il software è in grado di scomporre i tessuti in strati multipli.
La sensibilità (capacità di riscontrare una lesione se presente) della mammografia dipende da molti fattori quali ad esempio la struttura ghiandolare (rapporto tra parenchima e adipe), il tipo di tumore (non tutti i tumori della mammella sono radiopachi) e l’esperienza dell’operatore. La sensibilità della mammografia indubbiamente aumenta se associata alla ecografia e alla palpazione da parte di operatore esperto.
Quando eseguire una tomosintesi: guida all’esame
La mammografia con tomosintesi 3D è un esame assolutamente non invasivo, indolore e anche molto sicuro, considerando che la quantità di raggi X emessa per acquisire le immagini è molto bassa.
Durante l’esame, che dura pochi secondi, il seno della paziente viene posizionato su un apposito piano e viene delicatamente compresso tramite piastre di plastica, in modo da garantire una certa immobilità dell’organo.
Generalmente, la mammografia viene raccomandata a partire dai 40 anni, ma in presenza di fattori di rischio o per motivi di prevenzione, può essere effettuata anche prima su prescrizione medica, senza la necessità di una preparazione particolare.
Come prenotare una mammografia con tomosintesi 3D
Ora che sai cos’è la tomosintesi 3D, come funziona questa tecnica e qual è la sua importanza nella prevenzione del tumore al seno, se anche tu vuoi eseguire una mammografia puoi rivolgerti a Clinical Medical Consulting.
Il centro mette a disposizione servizi di diagnostica per immagini di alta qualità, con personale qualificato e attrezzature all’avanguardia. Disponiamo infatti di un mammografo di ultima generazione dotato di tomosintesi 3D, in grado di fornire immagini di altissima qualità.
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