La polmonite: in cosa consiste e quali sono le differenze con bronchite e broncopolmonite
La polmonite, come si può intuire dal nome, è un'infiammazione dei polmoni.
Le cause sono in genere infettive: questo è il motivo per cui la malattia si sviluppa soprattutto durante i periodi più freddi dell'anno, insieme ad altre patologie come il raffreddore e l'influenza. Con l’uso dell’aria condizionata e quindi con gli sbalzi termici ai quali siamo sempre più esposti si osservano ormai picchi di incidenza di polmonite anche in estate. Di solito gli alveoli polmonari, che insieme ai bronchi formano le vie aeree inferiori, non subiscono l'azione dei germi: lo stesso non si può dire delle vie aeree superiori, ovvero naso, bocca e faringe.
Eppure, in alcune situazioni anche bronchi e polmoni possono essere soggetti a infezioni, perché si presentano dei batteri estremamente aggressivi o perché le difese immunitarie dell'organismo si abbassano per vari motivi. In simili circostanze si può andare incontro alla polmonite.
Bronchite e polmonite
Spesso si sente parlare di bronchite, termine che a sua volta indica una malattia infettiva delle vie aeree basse. Questa condizione è normalmente meno grave rispetto alla polmonite, anche se nella maggior parte dei casi dura di più e causa sintomi fisici più fastidiosi. La bronchite, comunque, tende frequentemente alla risoluzione spontanea e non prevede addensamenti visibili tramite radiografia.
La polmonite, invece, è un'infiammazione con alterazioni radiografiche. Ad ogni modo, le due patologie non si escludono a vicenda: è possibile soffrire al tempo stesso sia di bronchite che di polmonite.
Per quanto riguarda la broncopolmonite, questo termine non si usa ormai quasi più in ambito medico. Esso, in effetti, indica semplicemente un particolare tipo di polmonite che interessa anche bronchi e bronchioli: per il resto, le cause, i sintomi e la cura sono molto simili.
L'importanza di una diagnosi tempestiva
Il più grande vantaggio delle diagnosi precoci consiste nella possibilità di combattere quanto prima una malattia, evitando che essa peggiori e che si verifichino complicazioni: ciò, naturalmente, vale anche per la polmonite. Quest'ultima si manifesta all'inizio con avvisaglie piuttosto generiche, come la febbre, la tosse e i rumori polmonari rilevati nel corso di una visita medica.
La radiografia al torace è fondamentale per confermare la diagnosi: lo specialista più indicato per interpretare questo esame e formulare la diagnosi è il medico radiologo, che possiede tanto le competenze quanto le attrezzature necessarie.
A questo punto si può avere un quadro più preciso dell'entità dell'infezione. Nelle situazioni più gravi si procede con il ricovero, altrimenti si prescrive subito un'efficace terapia antibiotica senza effettuare ulteriori analisi.
Quali sono le cause della polmonite?
Già si è detto che la polmonite ha quasi sempre un'origine infettiva, determinata da germi e batteri di varia natura. Il micoplasma e lo pneumococco sono i più diffusi, quantomeno per le forme domiciliari della malattia. Più raramente la causa è di carattere virale: spesso, in realtà, i virus dell'influenza o del raffreddore abbassano le difese immunitarie dell'organismo e "aprono la strada", in un certo qual modo, ai batteri. Essi si diffondono negli alveoli polmonari, provocando così l'insorgere dell'infiammazione.
I germi, infine, possono arrivare ai polmoni anche da altre parti del corpo per via ematica. In questo caso, la patologia che ne deriva è decisamente più grave.
In linea di massima, tutte le fasce d'età sono potenzialmente soggette a polmonite. Maggiormente a rischio, tuttavia, sono i bambini e le persone anziane, ovvero le categorie più deboli da un punto di vista fisico e che presentano difese immunitarie più basse rispetto a quelle degli adolescenti e degli adulti.
Come curare questa malattia
Dopo aver confermato la diagnosi tramite una radiografia al torace si individua la cura da seguire, che in genere consiste in una terapia antibiotica. Esistono diversi tipi di antibiotico: quello giusto va scelto in base a una serie di fattori, tra cui l'età del soggetto e la gravità dell'infezione. La durata del trattamento e il tipo di antibiotico da impiegare sono competenze del medico curante, di solito la terapia va presa dai 7 giorni alle due settimane. I primi miglioramenti clinici si dovrebbero già notare intorno al quarto giorno, mentre perché cambi il quadro radiologico bisogna attendere spesso un po' di più.
Qualora non si dovessero manifestare progressi, la persona colpita dalla polmonite deve sottoporsi ad altri accertamenti. Si eseguiranno, quindi, esami del sangue e microbiologici per saperne di più sull'agente della patologia.
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