Chiunque di noi si sia sottoposto a un’ecografia è entrato in contatto con quel particolare gel che viene applicato sulla pelle. Ma qual è il suo ruolo? In realtà la funzione è duplice: oltre a favorire l’accoppiamento tra la sonda e la pelle, esso contribuisce ad aumentare la conduttività attraverso il derma e i tessuti sottostanti. In sostanza grazie al gel gli ultrasuoni possono essere trasmessi in maniera più efficace, anche perché esso neutralizza la resistenza che l’aria oppone alla loro propagazione. Come noto, infatti, l’aria è un cattivo conduttore per le onde meccaniche sonore.
Per avere un’ecografia in grado di offrire un’immagine che possa essere letta e interpretata con la massima chiarezza, dunque, c’è bisogno di annullare la resistenza opposta dall’aria alla propagazione degli ultrasuoni: il che è possibile proprio grazie al gel.
Le altre funzioni del gel
Il gel per ecografia è realizzato in modo tale da svolgere una funzione umettante: è per questo che al suo interno è presente il glicole propilenico.
Ma a che cosa serve bagnare la pelle? Lo scopo è quello di evitare le conseguenze della secchezza fisiologica che contraddistingue lo strato corneo del derma, che è quello che si trova più in superficie. Infatti, in presenza di una modesta idratazione si formano delle bolle di aria di piccole dimensioni che ostacolano il lavoro della sonda ecografica, e in particolare compromettono la sua capacità di trasmettere e di ricevere gli ultrasuoni grazie a cui è possibile riprodurre l’immagine degli organi e dei tessuti che sono oggetto di indagine.
Il glicole propilenico nel gel per ecografia
Il glicole propilenico è un ingrediente che si trova in numerosi prodotti: per esempio nei lubrificanti intimi, ma anche in alcuni alimenti, in vari cosmetici e nei liquidi per le sigarette elettroniche.
L’inserimento del glicole propilenico nei gel di accoppiamento per gli ecografi è finalizzato a facilitare lo scorrimento sulla pelle della sonda. Questa è una funzione la cui importanza non deve essere sottovalutata, visto che la sonda è destinata a essere spostata spesso sulla pelle del paziente: solo così il medico radiologo può avere una panoramica complessiva e accurata del tessuto o dell’organo da esplorare.
E se il gel non ci fosse
Per capire quanto è utile il gel per ecografia si può pensare a ciò che succederebbe nel caso in cui non venisse utilizzato: la pelle risulterebbe contratta e sarebbe tirata, così che la propagazione delle onde sonore di ingresso e di ritorno sarebbe compromessa. Una conseguenza sarebbe la riduzione della qualità delle immagini che l’ecografo elabora.
Il gel deve essere caratterizzato da una consistenza densa e appiccicosa: così non rischia di sgocciolare, sporcando i vestiti del paziente o costringendo il medico ad applicare delle dosi ulteriori nel corso dell’esame.
L’ultrasuonoterapia
Il gel per ecografia viene impiegato anche per le terapie a ultrasuoni, sempre per gli stessi scopi: da un lato favorire l’accoppiamento tra la sonda e la pelle e dall’altro lato agevolare la propagazione e la trasmissione delle onde sonore in direzione del tessuto a cui sono destinate.
In sintesi, è grazie al gel per ecografi che è possibile far sparire le sacche di aria che contraddistinguono lo strato più superficiale della pelle: esso può essere usato su tutto il corpo, a seconda della zona che andrà indagata.
Ovviamente i produttori di gel garantiscono che il gel non è dannoso per la pelle, non unge pelle o vestiti (deve avere solo una funzione idratante) e si rimuove facilmente con un fazzoletto di carta. Non è necessario pertanto utilizzare sapone o acqua per rimuoverlo, e se finisce per sbaglio sui vestiti non bisogna ricorrere alla tintoria, ma solo aspettare che asciughi!
Possiamo pertanto definire il gel ecografico un complemento innocuo ad una metodica innocua quale l’ecografia.
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