A cosa serve il consenso informato in radiologia e per quali esami è obbligatorio
Le metodiche di indagine radiologica sono sicuramente tra gli strumenti più importanti in tutta la pratica medica, perché permettono di eseguire valutazioni e diagnosi rispetto a una moltitudine estremamente vasta di condizioni e patologie.
Infatti, nel momento in cui si sospetta la presenza di un determinato disturbo, eseguire uno specifico esame permette ai medici di avere un riscontro pratico e visivo rispetto al sospetto diagnostico e anche determinare le caratteristiche della patologia stessa.
Le metodiche diagnostiche sono molto varie, ed è variabile anche la tecnologia utilizzata in tali esami, come l’uso di campi magnetici, radiazioni o ultrasuoni i quali, in alcune circostanze possono rappresentare un piccolo fattore di rischio, motivo per cui il paziente deve essere informato di tutti gli aspetti che riguardano l'esame che dovrà svolgere.
Vediamo, allora, che cos'è il consenso informato di radiologia, quando viene utilizzato e quali sono le informazioni che include.
Panoramica sulle metodiche diagnostiche in radiologia e sulle tecnologie alla loro base
Prima di parlare del consenso informato in radiologia e del suo ruolo nel garantire ai pazienti la possibilità di ricevere informazioni comprensibili e specifiche rispetto ad un determinato esame, andiamo a fare una panoramica su quelle metodiche utilizzate con maggior frequenza nella pratica diagnostica.
Il consenso informato non è solamente un modulo sul quale apporre una firma, ma rappresenta una vera e propria illustrazione rispetto alla metodologia di indagine, alle tecnologie utilizzate per ottenere immagini ad alta definizione e ai possibili rischi correlati a queste ultime.
Sebbene gli esami che è possibile eseguire in radiologia siano moltissimi, sia per quanto riguarda la pratica diagnostica, ma anche quella clinica (ad esempio la radioterapia o le infiltrazioni a guida fluoroscopica), possiamo suddividere il tutto seguendo tre principali tecnologie:
- Ultrasuoni
- Campi magnetici
- Radiazioni ionizzanti
Gli ultrasuoni vengono utilizzati per eseguire le ecografie, attraverso una sonda ed un gel conduttore che permettono di rilevare i segnali prodotti dalle onde sonore indirizzate verso una specifica parte del corpo e vengono tradotti in immagini su monitor.
I campi magnetici sfruttano la capacità di questi ultimi di variare l'asse di rotazione dei protoni all'interno del nostro corpo, producendo segnali elettrici rilevabili da bobine collegate ad un sistema computerizzato che traduce il tutto in immagine ad alta risoluzione.
Infine, le radiazioni ionizzanti quando proiettate sul corpo umano subiscono un'attenuazione a seconda del tessuto colpito, nello specifico a seconda della densità del tessuto, restituendo sezioni immagine corporee facilmente riproducibili da un sistema computerizzato.
A ciò si aggiunge l'utilizzo di un mezzo di contrasto, ovvero un farmaco radiosensibile a base di iodio, gadolinio, o altri elementi, utilizzato per la risonanza magnetica nucleare o la tomografia computerizzata che permette di aumentare ancora di più la risoluzione delle immagini o studiare strutture in movimento, come il flusso sanguigno o il cuore.
Il consenso informato per gli esami radiologici entra in gioco quando la procedura da effettuare presenta alcuni rischi. Esistono, infatti, esami assolutamente innocui, come le ecografie, che possono essere sostenute anche dalle donne in gravidanza, mentre altri presentano un fattore di rischio, seppur basso, come la somministrazione di un mezzo di contrasto o l'utilizzo di una determinata dose di radiazioni.
Consenso informato e radiologia: quando è obbligatorio e quando invece è implicito
Come anticipato, il consenso informato in radiologia è un documento firmato dal paziente, il quale dà l'autorizzazione a procedere nell’effettuare un determinato esame. Tuttavia, non si tratta solo di un obbligo legale, ma rappresenta un vero e proprio confronto tra il medico ed il paziente dove quest’ultimo viene informato rispetto alla procedura.
In sostanza, nel momento in cui il medico sottopone al paziente tale documento, il professionista è obbligato ad enunciare la metodologia di svolgimento dell'esame, le sue finalità, i possibili rischi e le alternative.
In questo modo, il paziente è pienamente consapevole di quello che sta per accadere e, una volta compreso, può decidere liberamente se accettare o rifiutare la procedura.
Vediamo nella pratica che cosa succede prendendo ad esempio un esame specifico, come una tomografia computerizzata con mezzo di contrasto.
In questo caso, il medico è tenuto a spiegare al paziente il motivo per cui viene eseguito questo esame, quali sono i rischi legati all'utilizzo delle radiazioni ionizzanti, la dose delle radiazioni che viene utilizzata, in che cosa consiste il mezzo di contrasto, quali sono le possibili reazioni avverse e in che modo si svolge la procedura.
Una volta fatto ciò, il paziente è pienamente cosciente dei rischi e dei benefici che può ottenere attraverso la TC con contrasto.
Il consenso informato in radiologia assume una importanza rilevante quando l'esame presenta rischi non trascurabili, tra cui:
- Esami con mezzo di contrasto: come TAC, risonanze o angiografia, a causa del pericolo di reazioni allergiche o danni renali.
- Radiologia interventistica: biopsie, drenaggi, embolizzazioni sono assimilabili a piccoli interventi chirurgici per cui, è necessario che il paziente conosca la procedura in maniera corretta.
- Radioterapia: questa procedura medica che utilizza massicce dosi di radiazione ionizzanti a scopo curativo può avere importanti effetti collaterali, ed il medico è tenuto a informare il paziente di ciò.
- Minori o persone senza capacità giuridica: in questo caso il consenso è sempre obbligatorio e deve essere espresso dai genitori o da un tutore.
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