Le distorsioni, le fratture, le distorsioni: sono tanti i danni alle mani che possono presupporre la necessità di cure mediche o addirittura di un intervento chirurgico. Nulla di cui preoccuparsi troppo, però: i traumi alle dita e ai polsi rappresentano situazioni molto comuni.
Le più frequenti sono senza dubbio le fratture del polso, ma è bene tener presente che tutte le ossa della mano si possono rompere.
La mano stessa, d’altro canto, è una macchina eccezionale, che non deve essere trascurata anche se in realtà ha bisogno di poca manutenzione: i gesti che compiamo ogni giorno sono il frutto di movimenti a cui raramente facciamo caso, e che però dipendono dalla corretta sinergia di tutte le articolazioni, di tutte le ossa e di tutti i muscoli.
I traumi più comuni
Oltre alle fratture, può capitare di avere a che fare con un trauma da schiacciamento, con una ferita, con una lussazione o – nei casi più gravi – con un’amputazione. Non vanno in alcun modo trascurate, poi, le lesioni dei legamenti, che sottili “cordicelle” che uniscono le ossa tra loro e che sono sensibili a eventuali lacerazioni.
I danni ai legamenti possono non risultare subito visibili, il che rende complicato intervenire: insomma, nel momento in cui i sintomi cominciano a manifestarsi potrebbe essere troppo tardi per procedere con un trattamento primario.
Che cosa si deve fare in presenza di un trauma alla mano
Dopo aver subito un trauma alla mano, è consigliabile rivolgersi al pronto soccorso più vicino, a maggior ragione nel caso in cui vi sia una tumefazione o si soffra di dolore intenso.
Deformità e incapacità motoria sono conseguenze comuni dei traumi alla mano, per identificare i quali occorrono accertamenti diagnostici accurati: il professionista più indicato per effettuarli è il medico radiologo.
Per i traumi ossei c’è bisogno di una radiografia, mentre l’osservazione dei tendini può essere effettuata tramite una ecografia. Nel novero degli esami a disposizione ci sono anche le elettromiografie, che permettono di verificare il corretto funzionamento dei nervi, e le ecografie con il doppler, grazie a cui è possibile monitorare le condizioni dei vasi sanguigni.
Non sempre serve il gesso: come vengono trattate le fratture
È solo identificando la tipologia di danno che è stato patito che si può scegliere un trattamento adeguato. Per le fratture molto frammentate ci può essere bisogno di un fissatore esterno, che serve ad assicurare la stabilità necessaria prima del posizionamento della placca. Il fissatore è utile anche per le fratture molto esposte, quando si corre il rischio di un’infezione (e quindi è preferibile evitare la placca) e l’osso è contaminato.
Gli interventi chirurgici
Ovviamente, le fratture possono essere di vario tipo: quelle semplici coinvolgono solo una porzione di osso, mentre quelle articolari interessano l’articolazione.
In presenza di una frattura articolare, è necessario che essa venga ricomposta con attenzione, per evitare la compromissione dei movimenti dopo una guarigione con deformità.
Quasi sempre è previsto un percorso di riabilitazione da seguire con il supporto di un fisioterapista, importante tanto quanto l’operazione chirurgica.
L’amputazione: tutte le precauzioni da adottare (e i comportamenti da evitare)
Nel caso in cui il trauma abbia prodotto un’amputazione, ci sono specifiche accortezze che devono essere seguite, a cominciare dal fatto che il pezzo amputato non deve essere bagnato.
Al contrario di ciò che si potrebbe pensare, poi, il pezzo non va neppure disinfettato: la procedura corretta è quella che prevede di avvolgerlo all’interno di un fazzoletto o di una garza, per poi collocarlo dentro un sacchetto di plastica che dovrà essere ben chiuso e sigillato.
Solo a questo punto il sacchetto andrà immerso in un recipiente che contiene acqua e ghiaccio, avendo cura che l’acqua non entri a contatto con la parte amputata. Un segmento distale che venga conservato adottando tutte queste precauzioni, e quindi in modo corretto, può durare anche diverse ore e quindi essere reimpiantato a distanza di un po’ di tempo senza che subisca danni.
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