Se avverti un dolore al fianco devi sapere che le cause che possono averlo determinato sono molteplici. Gli esami diagnostici sono, come si può facilmente immaginare, fondamentali per una corretta identificazione del problema; il medico radiologo è lo specialista più adatto a eseguirli. Il dolore può essere cronico o acuto, comparire mentre si compie uno sforzo o anche quando si è a riposo.
La sindrome del dolore addominale funzionale
Si definisce cronico il dolore addominale che dura per più di 3 mesi, a prescindere dal fatto che sia intermittente o continuo. Esso interessa circa 1 persona su 50, con una prevalenza lieve tra le donne. Si parla di sindrome del dolore addominale funzionale se esso è manifesto da almeno 6 mesi, non è legato alla digestione o ad altri eventi fisiologici e rappresenta un problema per lo svolgimento delle normali attività della vita di tutti i giorni. A provocare la sindrome è una eccessiva sensibilità dei neuroni del corno dorsale del midollo spinale.
Le patologie delle vie urinarie
In alcuni casi il dolore al fianco è dovuto a una malattia delle vie urinarie. Gli ureteri sono dei tubicini che veicolano dai reni all'esterno l'urina, in modo che la stessa possa essere eliminata. I condotti con i quali i reni sono collegati alla vescica prendono il nome di ureteri. La vescica non è altro che l'organo in cui l'urina viene raccolta, prima di essere veicolata all'esterno tramite l'uretra. Nella maggior parte dei casi sono le donne a essere colpite dalle infezioni delle vie urinarie, specialmente dopo i 50 anni di età. Il motivo è presto detto: essendo l’uretra femminile più breve, richiede ai microrganismi un percorso più corto, e dunque più agevole, per penetrare dall’esterno alla vescica e scatenare un'infezione.
Le infezioni urinarie fungine e quelle batteriche
La presenza di febbre con brividi e la pollachiuria - vale a dire la tendenza a urinare di frequente - sono i principali sintomi che, in presenza di un'infezione urinaria, si accompagnano al dolore al fianco, dovuto a un problema renale. A volte si può riscontrare anche la presenza di sangue nelle urine, sia quando la patologia è di origine fungina, sia quando la patologia è di origine batterica. Un esame delle urine e l'urinocoltura consentono di identificare il microrganismo colpevole e di trovare l'antibiotico più appropriato se il problema è di natura batterica.
La calcolosi delle vie urinarie
Nei reni si possono formare delle concrezioni calcifiche di diversa composizione minerale (Calcio, Magnesio, Silicio….) che possono quindi evolvere in veri e propri calcoli, cioè sassolini più o meno grandi che danno dolore per ostruzione meccanica al deflusso dell’urina. Spesso il dolore è generato dallo spostamento dei calcoli nell’uretere e la complicanza più temibile è proprio l’ostruzione meccanica delle vie di deflusso delle urine con conseguente dilatazione a monte delle cavità dei reni e sofferenza del rene. La diagnosi della calcolosi renale si fa con l’ecografia, per estendere lo studio alla vescica è necessario che il Paziente beva tanta acqua fino ad avere stimolo di fare pipì.
La calcolosi della colecisti
Piccoli sassolini, più frequentemente di bilirubina, ma anche di colesterina, possono formarsi nella colecisti che è quel sacchetto situato nel fegato dove si accumula la bile che è un liquido basico (amaro e verde) che serve per attivare gli enzimi pancreatici e quindi favorire la digestione. Questi calcoli possono essere di numero e dimensioni variabili (da pochi millimetri fino a 2 cm) e danno fastidio nella misura in cui si possono spostare e occludere le vie attraverso le quali la bile viene condotta nel duodeno. La complicanza più temuta di una colica biliare è invece la pancreatite che può essere oltre che molto dolorosa anche pericolosa per la vita del Paziente quando un calcolo si mette in una posizione tale da fare in modo che la bile attivi gli enzimi pancreatici all’interno del pancreas stesso che cosi si “autodigerisce”. La diagnosi di calcolosi della colecisti e delle eventuali complicanze si fa con la ecografia. In casi dubbi o particolari si ricorre anche in questo caso alla Risonanza magnetica.
L'ernia addominale
L'ernia addominale è un altro disturbo che può innescare dolori al fianco destro o al fianco sinistro. Essa è il risultato di un'estroflessione dell'intestino attraverso la parete addominale; la regressione spontanea è molto rara, il che vuol dire che nella maggior parte dei casi è necessario intervenire per via chirurgica. La tumefazione può essere facilmente notata alla palpazione, e il dolore può risultare molto forte, a maggior ragione nel caso in cui si abbia a che fare con un'ernia strozzata. L'esercizio fisico e l'affaticamento in generale contribuiscono a incrementare la sofferenza, che è accentuata anche da starnuti, colpi di tosse o posizione in piedi prolungata.
Il morbo di Chron
Nel novero delle possibili cause dei dolori ai fianchi c'è il morbo di Chron, le cui cause al giorno d'oggi non sono ancora state chiarite con esattezza dagli studiosi. Si tratta di una malattia cronica intestinale di tipo infiammatorio non genetica, probabilmente di tipo autoimmunitario; il dolore ai fianchi, o comunque nella zona addominale, è simile a crampi e si accompagna a seconda dei casi a dolori alle articolazioni, leggera febbre, dissenteria cronica e perdita di peso. Il dimagrimento si verifica poiché la mucosa intestinale non è più in grado di assorbire le sostanze nutritive. In caso di sospetto morbo di Chron, si possono rendere necessari esami del sangue ed esami delle feci, oltre a gastroscopia, RX con MdC, colonscopia e RM anse tenuali con mezzo di contrasto.
L'endometriosi
Infine, nelle donne i fianchi possono risultare doloranti per colpa dell'endometriosi, malattia che interessa l'endometrio, cioè il tessuto che ricopre all'interno le ovaie e l'utero. Il dolore, accompagnato da nausea e vomito, diventa più intenso durante le mestruazioni, e si estende dai fianchi alla pelvi, fino a tutto l'addome. Cellule endometriali nei casi di endometriosi possono ritrovarsi più frequentemente nelle ovaie (dove danno le cosiddette “cisti cioccolato”) e nel miometrio (adenomiosi), più raramente nel peritoneo o sulla parete del retto, ma sono state descritte nei siti anatomici più disparati (ad es. nella pleura). E’ l’unica malattia benigna che dà metastasi, riguarda ovviamente solo le donne in età fertile, si diagnostica in prima istanza con l’ecografia, quale esame di secondo livello con la Risonanza magnetica e si cura di solito con terapia ormonale (pillola), a volte richiede la rimozione chirurgica dei focolai emorragici.
Al fine di individuare la causa che determina il dolore al fianco si consiglia di fare un'ecografia completa all'addome; questo esame diagnostico, infatti, consente uno studio panoramico degli organi addominali e di rilevarne, dunque, eventuali alterazioni. Lo specialista più indicato per effettuare l’ecografia è il medico radiologo.
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