Nel nostro Paese sono ancora poche le donne che si sottopongono a una mammografia nell'ambito di un programma di screening per il cancro al seno. Nello specifico, ben il 44% delle esponenti del gentil sesso non esegue questo esame che - come noto - permette di diagnosticare una presenza eventuale della malattia in maniera precoce. Il fenomeno non è certo da sottovalutare, soprattutto se si pensa che solo in Italia questo tipo di tumore causa la morte di più di 12mila persone.
La situazione in Italia
Si registrano, inoltre, delle evidenti differenze dal punto di vista geografico per ciò che concerne l'adesione delle donne ai protocolli di screening. Al Nord, per esempio, l'adesione è decisamente più elevata che al Sud e - di conseguenza - la percentuale di sopravvivenza è maggiore: 88% al Settentrione contro l'85% del Meridione. Non solo chi avverte la presenza di un nodulo al seno doloroso, ma più in generale tutte le donne che hanno compiuto i 40 anni, dovrebbero eseguire il test annualmente.
È opportuno tuttavia ricordare che le Aziende Sanitarie locali offrono la possibilità di sottoporsi gratuitamente alla mammografia solo alle donne comprese tra i 50 e i 69 anni, con cadenza biennale. Questa scelta, tuttavia, non appare dettata dai dati relativi all’incidenza del tumore al seno.
Dando un’occhiata, infatti, al grafico che segue, si evince che anche la fascia di età al di sotto dei 50 e al di sopra dei 69 è soggetta alla possibile comparsa del carcinoma al seno. Ne consegue che non potendo fruire degli esami preventivi gratuiti su chiamata, le donne che appartengono a questa fascia di età, dovrebbero rivolgersi a centri diagnostici (ospedali, case di cura e centri privati).
Il cancro alla mammella
Nel momento in cui si riscontra un nodulo al seno maligno potrebbe essere troppo tardi, anche se è vero che il cancro della mammella al giorno d'oggi può essere sconfitto più o meno in 4 casi su 5. I numeri sono positivi e incoraggianti, ma questo non vuol dire che non ci sia ancora un lungo lavoro da compiere. Sono tante le donne in menopausa, per esempio, che si interrogano su quanto devono preoccupare i noduli al seno. La neoplasia è molto diffusa e per di più coinvolge una zona del corpo della donna che è alquanto delicata.
A che età dunque iniziare i controlli al seno? Come anticipato in precedenza è opportuno iniziare a controllarsi a partire dai 40 anni, e sottoporsi con costanza a esami di diagnostica preventiva ogni anno, visto che sono ancora tante - troppe - le diagnosi a cui si perviene quando la patologia è in uno stadio avanzato.
L’adesione a uno stile di vita sano, in altri termini, non è sufficiente a tutelarsi dalla comparsa di neoplasie al seno, ma è necessario effettuare regolarmente i test per la prevenzione secondaria.
A che cosa serve la mammografia
Le mammografie a Roma e nel resto d'Italia permettono di identificare circa 8.000 casi nuovi all'anno. Come è facile intuire, per la lotta a questo tipo di tumore non c'è altro strumento a cui si possa ricorrere diverso dalla diagnosi precoce, grazie a cui è possibile incrementare in misura consistente le percentuali di guarigione. Con un nodulo al seno benigno c'è poco da preoccuparsi, ma non sempre si è così fortunate. Inoltre, la diagnosi precoce è anche la via principale per arrivare a interventi più conservativi e con un impatto estetico minore sul corpo delle pazienti. Le reti oncologiche nazionali stanno sostenendo e pubblicizzando la realizzazione di centri di senologia in collaborazione con le istituzioni con l'intento di sensibilizzare tutta la popolazione nei confronti della prevenzione.
Le breast unit
Al di là della rilevanza fondamentale di questi centri - le cosiddette breast unit - a livello istituzionale si sta lavorando anche per promuovere dei modelli di assistenza che siano specializzati sia nella diagnosi precoce del carcinoma mammario che nella sua terapia. A tale scopo ci si avvale di uno staff multidisciplinare e coordinato che riesca ad assicurare cure specializzate, ma soprattutto standard elevati per quel che concerne lo screening. Un ruolo che non può essere trascurato è quello della gestione della riabilitazione, sia sul piano funzionale che sotto il profilo psicologico, mediante cui possa essere migliorata la qualità delle prestazioni che vengono offerte alle pazienti.
Le PDTA
In più, è indispensabile garantire l'applicazione dei cosiddetti PDTA: con questo acronimo si fa riferimento ai percorsi diagnostici, terapeutici e assistenziali che devono essere assicurati in conformità con quanto previsto dalle linee guida relative a questo tema, sia a livello nazionale che a livello internazionale. Insomma, per la prevenzione del cancro al seno tanto si sta facendo ma, al tempo stesso, tanto si può ancora fare: ciò che conta è che vi sia collaborazione da parte di tutti, e in primis da parte di quelle donne che devono essere protette e curate prima che sia tardi.
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