La cellulite: un problema facile da individuare
Molte donne, qualunque sia la fascia d'età, soffrono del fastidio della cellulite. Quest'ultima, nota anche come pannicolopatia edematofibrosclerotica, si forma nel momento in cui si accumula sottopelle uno strato eccessivo di grasso: esso, insieme all'acqua normalmente presente nel corpo umano, determina la nascita della cosiddetta "pelle a buccia d'arancia".
L'inestetismo in oggetto è semplice da riconoscere sia al tatto sia a occhio nudo, a causa della tipica struttura a cuscinetti che emerge in particolare quando si stringe la pelle tra le dita. Ad ogni modo, per effettuare una verifica più approfondita, può essere utile sottoporsi a una serie di esami.
Tra gli strumenti diagnostici a disposizione c’è l'ecografia, importantissima per tenere sotto controllo lo stato, la complessità e il grado di profondità della cellulite. I macchinari all'avanguardia consentono di eseguire uno studio assolutamente non invasivo del tessuto adiposo, per poi stabilire un'eventuale terapia o, nei casi più gravi, un intervento.
Lo specialista più indicato al quale richiedere questi esami è il medico radiologo: tale figura, infatti, è quella che più possiede le competenze e gli strumenti necessari a tale scopo. Grazie alle tecniche avanzate conseguite nel campo della radiologia, non sarà difficile risolvere un problema tanto comune soprattutto nel genere femminile.
L'ecografia
Come già sottolineato poco prima, due tra le analisi più accurate per la diagnosi della cellulite c’è l'ecografia che serve innanzitutto ad individuare le parti del corpo maggiormente soggette all'accumulo di grasso: la sonda impiegata permette di rilevare la profondità e la stratificazione del tessuto adiposo. Si tratta di un procedimento del tutto innocuo per l'organismo, che non ricorre a radiazioni dannose ma soltanto a ultrasuoni dei quali vengono poi “letti” gli echi di ritorno che vengono poi trasmessi rielaborati da un complesso software che ottiene immagini in 2D, inviate ad uno schermo in tempo reale. In questo modo è possibile ottenere una mappatura completa ed esaustiva della cellulite, e sarà facile stabilire la metodologia di intervento più consona alla situazione.
Altri esami per diagnosticare la cellulite
Oltre all'ecografia esistono altre analisi volte all'individuazione della cellulite. Bisogna, per esempio, menzionare il doppler, o ecocolordoppler venoso, grazie al quale è possibile sottoporre a controllo la circolazione sanguigna venosa degli arti inferiori e della pancia. Queste, del resto, sono le aree maggiormente interessate dall'inestetismo in oggetto. In particolare, il medico radiologo o l’angiologo che ricorre a una soluzione di questo tipo, potrà rendersi conto di eventuali problematiche circolatorie e trovare quanto prima un rimedio adatto. Il doppler, nel procedimento generale, ricorda molto un'ecografia, il cui risultato viene però arricchito con valori acustici e visivi.
Senza dubbio utile è l'impedenziometria, così chiamata perché misura l'impendenza di un organismo soggetto a una corrente elettrica a bassa potenza. Questa analisi si fonda su due coppie di elettrodi, collocate a due estremità diverse della parte colpita da pannicolopatia: la corrente, in tal modo, attraversa i tessuti e trasmette informazioni relative alla composizione corporea. Si esamina, cioè, il rapporto tra acqua, massa grassa e massa magra, nonché l'andamento del metabolismo basale connesso alla massa stessa.
La plicometria, infine, è una tecnica molto semplice che prevede l'impiego di uno strumento chiamato, per l'appunto, plicometro. Si tratta di una specie di pinza che stringe il tessuto adiposo sottocutaneo e ne rileva lo spessore e l'entità, affinché si prendano poi i provvedimenti necessari.
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