I progressi conseguiti nel campo dell'implantologia
Nel settore del trattamento implantare, da qualche anno a questa parte, sono stati compiuti numerosi passi in avanti. Questo campo, infatti, ha potuto beneficiare degli sviluppi raggiunti in ambito tecnologico e informatico: è stata progettata una specifica procedura guidata tramite computer, concepita per rendere più agevole l'inserimento di impianti e di protesi. Si pensa, tra l'altro, che un simile metodo sia in grado di ridurre la perdita di osso marginale, in virtù di una simulazione meticolosa e del passaggio immediato dall'esecuzione virtuale a quella effettiva.
A operazioni del genere, pertanto, sono stati dedicati appositi software. All'inizio non tutti erano convinti dell'efficacia del procedimento: con il passare dei mesi, tuttavia, questa tecnologia all'avanguardia è stata perfezionata ed è divenuta di gran lunga più accurata. Grazie alle approfondite ricerche degli studiosi, è stata ridotta sempre di più la possibilità di errori e, quindi, di eventuali complicazioni nel corso degli interventi che seguono l'utilizzo del programma. La prova virtuale consente di prevedere la futura posizione dell'impianto e della protesi, così che l'operazione chirurgica sia facilitata da una minuziosa preparazione preliminare.
Ancora meglio se il software può avvalersi dei dati ottenuti attraverso gli esami diagnostici più avanzati, tra cui la moderna tomografia computerizzata cone beam e le scansioni intra o extra-orali. La prima permette di ricavare una serie di immagini tridimensionali con uno scanner che ruota intorno al paziente, ed è pertanto essenziale nella pianificazione dell'implantologia; le seconde, a loro volta, forniscono informazioni in forma digitale e sono molto utili per le tecniche in oggetto. Lo specialista più indicato per eseguire analisi di questo tipo è il medico radiologo, che possiede sia le competenze richieste, sia le attrezzature necessarie per svolgere al meglio tutte le verifiche.
La procedura tramite computer, dunque, ha segnato una nuova frontiera in campi quali, ad esempio, l'endodonzia e l'ortodonzia. Alla luce di questa evoluzione, vari interventi possono essere effettuati con approccio senza lembo chirurgico e includono l'immediata applicazione di impianti e protesi sulle arcate dei pazienti.
Lo studio di Marco Tallarico e i risultati più rilevanti
Marco Tallarico, professore alla Aldent University di Tirana, ha condotto un interessante studio su questa tecnologia innovativa. Il tutto è stato pubblicato sull'European Journal of Oral Implantology, che in tempi più recenti ha assunto il nome di International Journal of Oral Implantology. La ricerca (dal titolo "Computer-guided vs freehand placement of immediately loaded dental implants: 5-year postloading results of a randomised controlled trial"), nata con l'obiettivo di confrontare i risultati dell'implantologia guidata dal software e di quella classica a mano libera, è considerata un importante punto di riferimento sull'argomento in questione.
Lo studio del professor Tallarico prevedeva, in sintesi, la selezione di 20 persone divise in due gruppi. Uno di questi è stato sottoposto alla procedura computer-guidata, l'altro a quella standard. I soggetti necessitavano di una riabilitazione con una protesi e due impianti, con 4 mm di ampiezza dell'osso e almeno 7 mm di altezza. L'esito di entrambi gli approcci, in realtà, è stato positivo: nessuna protesi è andata incontro a fallimento e tutte quelle provvisorie sono state sostituite con elementi definitivi dopo quattro mesi. Il metodo tradizionale, tuttavia, dopo 5 anni ha determinato una perdita dell'osso marginale leggermente più elevata, nonché il fallimento di due degli impianti inseriti convenzionalmente. I pazienti del gruppo destinato all'implantologia supportata dal software, inoltre, hanno dichiarato un gonfiore e un dolore post-operatorio leggermente inferiore rispetto a quelli sorteggiati per l'intervento a mano libera.
Tutte le persone coinvolte nella ricerca, ad ogni modo, sono rimaste soddisfatte del risultato finale. Le differenze tra le due tecniche non sono ancora notevoli da un punto di vista statistico: non mancano, del resto, gli scettici verso il trattamento implantare computerizzato. Lo stesso Tallarico sottolinea la validità di entrambi i sistemi, con qualche punto in più a favore di quello con guida chirurgica. Quest'ultimo garantisce impianti longevi e resistenti, un procedimento nel complesso più agevole e la possibilità di conoscere in anticipo la posizione esatta degli impianti e delle protesi. Vi saranno, comunque, altri studi e accurate sperimentazioni per perfezionare ulteriormente questa metodologia già all'avanguardia.
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