Per lo studio strutturale e anatomico del seno è possibile ricorrere all’ecografia mammaria: si tratta di un esame diagnostico per immagini non invasivo che si basa sulle onde sonore (cioè gli ultrasuoni) per identificare la presenza di formazioni di origine benigna, come per esempio fibroadenomi o cisti, ma anche per individuare in maniera precoce eventuali tumori maligni.
Un’ecografia non è altro che una metodica diagnostica grazie a cui si ha l’opportunità di esaminare in tutto il corpo i vasi sanguigni, le strutture tendinee, gli organi, i muscoli e le strutture sottocutanee: quella mammaria, in particolare, permette di scoprire tessuti infiammati, come può succedere in presenza di ascessi o mastiti, e di visualizzare le alterazioni dei linfonodi presenti nei cavi ascellari.
Come si svolge
L’esecuzione dell’ecografia mammaria prevede che la paziente si sdrai sul lettino tenendo le mani dietro la testa e il torace scoperto. In seguito la sonda a ultrasuoni viene appoggiata dal medico su un seno e sull’altro.Sulla sonda che viene messa a contatto con la pelle del seno viene applicata una piccola dose di gel conduttore, che ha due scopi: da un lato facilitare la trasmissione delle onde a ultrasuoni e dall’altro lato agevolare lo scorrimento della sonda sulla pelle.
La superficie che deve essere esaminata viene, così, toccata dalla sonda che viene mossa con movimenti a raggiera e perpendicolari.
In questo modo possono essere ottenute le immagini del tessuto mammario, che sono mostrate attraverso un monitor. Questa tecnica diagnostica garantisce gli standard di sicurezza più elevati ed è molto semplice. L’ecografia ha una durata non superiore ai 20 minuti e non è doloroso: per la sua esecuzione non c’è bisogno né di mezzi di contrasto né di farmaci. Una volta che l’esame è stato concluso, i risultati possono essere forniti subito, a meno che non vi sia bisogno di ulteriori approfondimenti che permettano di giungere a una diagnosi più certa.
L’ecografia mammaria e la mammografia
L’ecografia al seno non deve essere considerata come un esame alternativo rispetto alla mammografia, nel senso che le due indagini diagnostiche sono complementari. In particolare l’esame ecografico, nel contesto della diagnostica senologica, è ritenuta più appropriato per una corretta valutazione dei tessuti mammari densi, cioè con una prevalenza della componente ghiandolare, tipica delle donne più giovani: tali tessuti, infatti, non sempre possono essere studiati con facilità attraverso i raggi X di una mammografia.
Come ci si prepara all’esame
Non serve seguire specifiche norme di preparazione in vista di un’ecografia mammaria. La paziente deve semplicemente ricordarsi di portare e di avere con sé gli esiti delle mammografie e delle ecografie più recenti a cui si è sottoposta, così che nel corso dell’esame il medico abbia la possibilità di capire se le eventuali anomalie in cui si dovesse imbattere fossero già presenti in precedenza o siano comparse da poco.
Chi deve sottoporsi all’ecografia mammaria
L’ecografia mammaria è un esame consigliato in maniera particolare per le donne con meno di 40 anni, proprio perché – come si è già accennato – i loro seni sono più densi dal punto di vista radiologico. Più in generale, c’è bisogno di questo accertamento in tutti i casi in cui la mammografia determini la necessità di una comparazione. Il livello di precisione diagnostica per il cancro alla mammella oscilla tra il 78 e il 96%. Un esame ecografico può essere di aiuto nel caso in cui si abbia la necessità di risolvere un dubbio diagnostico quando la palpazione permette di notare delle alterazioni nodulari o se in occasione di una mammografia vengono riscontrate delle aree di difficile interpretazione o in ogni caso sospette.
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