Il ginecologo o il medico senologo possono procedere a un esame clinico del seno delle proprie pazienti nell'ambito di quella che viene definita come visita senologica. Quest’ultima dovrebbe essere sempre abbinata a un'ecografia al seno, la quale deve essere svolta da un medico radiologo.
Che cos'è la visita senologica
Questo tipo di accertamento è del tutto indolore e non richiede il ricorso a strumentazioni particolari per la sua esecuzione. Dopo l'anamnesi, che consiste nella raccolta di tutte le informazioni che potrebbero servire per la diagnosi, si passa all'ispezione dei seni e alla loro palpazione in posture differenti.
La valutazione coinvolge anche i solchi sottomammari, le fosse al di sotto e al di sopra della clavicola e i cavi ascellari, dove potrebbero essere individuati dei linfonodi sospetti. Lo scopo è quello di prevenire o identificare nel modo più precoce possibile eventuali alterazioni patologiche della ghiandola mammaria.
Quando deve essere effettuata la visita senologica
La visita senologica dovrebbe essere svolta dai 25 anni di età in poi una volta all'anno. Essa è molto importante anche in donne sintomatiche, in quanto serve per tenere sotto controllo il decorso di specifici disturbi, come per esempio dolori, stati infiammatori o secrezioni dai capezzoli.
Come detto, nel caso in cui vengano riscontrate delle necessità di approfondimento, per esempio per una patologia sospetta, si deve ricorrere a un'ecografia mammaria, che permette di caratterizzare sia i tumori maligni che le lesioni benigne, quali fibroadenomi e cisti.
Come si svolge
Il medico che si occupa della visita senologica non fa altro che mettere in atto quei gesti che ciascuna donna, in realtà, dovrebbe eseguire durante l'autopalpazione almeno una volta al mese.
In un primo momento la paziente viene osservata in varie posizioni, in modo che sia possibile verificare il profilo, la simmetria, le dimensioni e la forma di tutti e due i seni. La palpazione, poi, riguarda i prolungamenti e i cavi ascellari, le mammelle, le fosse sopraclaveari, le fosse sottoclaveari e i solchi sottomammari.
Dopo essere rimasta seduta, la paziente viene invitata a distendersi in posizione supina. Lo specialista può usare il palmo intero della mano o solo le dita, ma in qualsiasi caso è importante che compia manovre delicate che gli permettano di verificare la temperatura della cute e di riscontrare l'esistenza di noduli o di edemi, cioè liquidi in eccesso nei tessuti.
La diagnosi
La visita senologica comprende anche la palpazione dell'areola e del capezzolo, al fine di valutare eventuali nodularità o ispessimenti. La comparsa di secrezioni può essere messa in evidenza tramite una spremitura delicata del capezzolo.
A questo punto, sulla base di ciò che è stato verificato, si arriva alla formulazione di una diagnosi da cui consegue la prescrizione della terapia più appropriata. A seconda del sospetto diagnostico si può procedere con ulteriori esami di approfondimento, sino alla biopsia.
Quando bisogna sottoporsi alla visita senologica
Se la visita senologica va effettuata una volta all'anno, dai 25 anni in poi, quando l'autopalpazione non mette in evidenza anomalie, diverso è il discorso per le pazienti sintomatiche, vale a dire le donne che presentano segni sospetti per un carcinoma della mammella. Non appena si riscontra la presenza di un possibile sintomo occorre recarsi subito dal proprio medico. Deve essere chiaro che la visita senologica non permette di verificare la natura dei noduli, ma serve solo ad accertare la loro presenza.
Quali sintomi richiedono attenzione
Sarebbe opportuno prenotare il prima possibile una visita senologica quando ci si accorge della presenza di protuberanze o di ispessimenti nella zona ascellare o nel seno, ma anche quando si avverte negli stessi punti un dolore ingiustificato.
Un altro campanello di allarme che merita di non essere sottovalutato è l'esistenza di fossette, di rilievi, di raggrinzimenti o di avvallamenti sulla superficie della pelle.
Una particolare attenzione è richiesta, poi, quando i capezzoli perdono liquido o addirittura sangue senza che tali fenomeni possano essere collegati all'allattamento o alla gravidanza. Infine, deve indurre a richiedere una visita ogni cambiamento di una o di tutte e due le mammelle dal punto di vista delle dimensioni o dal punto di vista della forma.
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