Quando si parla di calcolosi renale e ureterale si fa riferimento ai cosiddetti calcoli urinari, vale a dire sassolini di piccole dimensioni che nascono dentro i canali che trasportano l’urina fino alla vescica partendo dai reni.
Si tratta di un disturbo piuttosto comune che in Italia colpisce più o meno una persona su cinque. Non sempre è possibile identificare la ragione della comparsa dei calcoli, ma una delle ipotesi più attendibili è che la “colpa” sia da attribuire a una concentrazione eccessiva dei sali presenti nelle urine, che contribuiscono alla formazione dei calcoli precipitando.
Come sono fatti i calcoli
Nell’80 per cento dei casi i calcoli sono composti da calcio, sotto forma di fosfato di calcio o di ossalato di calcio. In altre circostanze la calcolosi renale e ureterale può essere dovuta a un batterio specifico: si verifica, così, un’infezione in conseguenza della quale nelle urine viene prodotta una sostanza che favorisce l’aggregazione dei cristalli di magnesio, di ammonio e di fosfato. Ci sono, poi, calcoli di struvite, di cistina o di acido urico.
Perché viene la calcolosi renale e ureterale
La formazione di calcoli può essere favorita non solo da una scarsa idratazione, ma anche da eccessi dietetici, da malformazioni delle vie urinarie, da problemi ai reni o dalla carenza di citrati, che rappresentano fattori protettivi delle urine.
Non è detto che, una volta formato, il calcolo sia subito sintomatico: anzi, può rimanere nel rene – o, per essere più precisi, nelle vie escretrici intrarenali – per lungo tempo, fino a quando non viene scoperto magari per altre ragioni, tramite una tomografia computerizzata addominale o una ecografia.
Se ci si rende conto da soli di avere un calcolo, invece, ciò avviene in conseguenza di una colica renale, causata proprio dal movimento del calcolo lungo i canali che trasferiscono l’urina. Il paziente soffre di un dolore intermittente ma molto forte, provocato dal fatto che l’urina non è in grado di superare il calcolo: per questo le vie urinarie si dilatano, e ciò causa il dolore al fianco.
Che cosa fare in caso di sospetta colica renale
Nel caso in cui si sospetti di avere a che fare con una colica renale, è sufficiente sottoporsi a una ecografia: lo specialista più indicato per effettuare questo esame è il medico radiologo.
Tale accertamento permette di diagnosticare la dilatazione del rene, la cosiddetta idronefrosi, e verificare la presenza del calcolo. Nel caso in cui si soffra di febbre molto alta è probabile che si sia alle prese con una infezione alle vie urinarie: in tale eventualità è indispensabile intervenire subito con una terapia antibiotica, dal momento che la febbre settica rappresenta una grave complicanza, ovviamente consultando il medico curante.
Come si cura la calcolosi renale e ureterale
Una volta che il calcolo è stato diagnosticato e individuato, a volte è necessario ricorrere ad una TC se il calcolo è migrato lungo gli ureteri (con mezzo di contrasto oppure no), si stabilisce la terapia da seguire per la risoluzione del problema.
Se si propende per una terapia medica, la colica viene trattata con antidolorifici, mentre il ricorso a un antibiotico è necessario quando si vogliono curare o prevenire complicanze infettive.
Nell’ipotesi in cui i calcoli siano di acido urico, è prevista la somministrazione per via orale di sostanze che consentono di dissolvere i calcoli alterando la composizione biologica e chimica delle urine.
L’intervento chirurgico per i calcoli renali
Quando il calcolo ha dimensioni tali da ostacolare il deflusso delle urine o comunque non può essere rimosso in modo spontaneo, non c’è altra soluzione per la calcolosi renale e ureterale che la terapia chirurgica.
L’intervento, che al giorno d’oggi è una pratica ambulatoriale, si basa sulla frammentazione extracorporea a onde d’urto. Esse favoriscono la polverizzazione del calcolo e vengono prodotte tramite uno strumento denominato litotritore. I vari frammenti che ne derivano poi possono essere espulsi in modo spontaneo. In altri casi si possono utilizzare i nefroscopi per frammentare i calcoli con gli ultrasuoni o con le fibre laser direttamente nel corpo. La pervietà dell’uretere viene garantita posizionando temporaneamente un catetere chiamato “a doppio J” per la forma caratteristica.
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